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Eiaculare è possibile, eiaculare è politico. Proiezione del documentario Female Ejaculation & Other Mysteries of the Universe

Domenica 28 maggio 2023 a PianoTerra, Ambrosia e Valentine Aka Fluida Wolf, in collaborazione con Cine Senzaforum, presentano

Female Ejaculation & Other Mysteries of the Universe

di Julia Ostertag

Dalle 19.30: aperitivo, gadget, musica e chiacchiere

Dalle 21.00: proiezione e dibattito

 

 

L’autrice e regista Julia Ostertag ha intrapreso un viaggio autobiografico attraverso il mondo, in parte ancora sconosciuto, dell’eiaculazione femminile. Nel suo percorso ha incontrato sei protagoniste di cinque diversi Paesi che hanno dedicato il loro lavoro a questo tema – nel cinema, nella letteratura, nella performance, nell’attivismo e nell’educazione sessuale. Ha partecipato a workshop pratici e teorici a Roma, Berlino e in Messico, ha intervistato Annie Sprinkle su Skype e ha imparato a conoscere il fallo femminile.

Il film offre nuove prospettive sulla sessualità femminile e una storia politica sessuata del piacere femminile in una raccolta diversificata di filmati d’archivio, interviste e materiale documentario.

 

 

 

 

 

 

Regista / Produttore : Julia Ostertag
Germania / Messico / Italia 2020 / 63 min. inglese / spagnolo / tedesco / italiano OV con sottotitoli in italiano / inglese / tedesco o spagnolo

Interpreti : Annie Sprinkle, Dorrie Lane, Shannon Bell, Laura Méritt, Diana J.Torres, Fluida Wolf

 

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Femminista come un mondo senza prigioni. Proiezione del documentario “Caine”. Verso l’8 marzo

 

Dalle 19.30 Aperitivo di autofinanziamento verso lo sciopero transfemminista dell’8 marzo
Dalle 21.00 Proiezione del documentario “Caine. Donne dietro le sbarre”
@PianoTerra – Via Confalonieri 3

 

Il 26 febbraio Ambrosia, in collaborazione con Cinesenzaforum proietta “Caine”, un documentario di Amalia De Simone e Assia Fiorillo nato nei penitenziari femminili di Fuorni-Salerno e Pozzuoli.
Come iniziativa di avvicinamento all’8M, la proiezione del documentario è per noi un’occasione per discutere di carcere e femminismo, di corpi, di violenza, di prigioni e ruoli di genere.

 

Poiché il nostro è un femminismo anticarcerario, siamo convinte che la violenza di genere sia sistemica e strutturale e che la sua pervasività nella società non possa essere affrontata con la criminalizzazione e la reclusione dei singoli individui.
La logica della punizione come risposta alla violenza di genere, non solo non “protegge” coloro che subiscono la violenza, ma le rende nuovamente oggetto e non soggetto attivo e pensante, usandole strumentalmente.
Con la prospettiva del femminismo che guarda ad una giustizia trasformativa, siamo convinte che solo eliminando le strutture e le istituzioni che riproducono gerarchie sociali e violenza, la violenza di genere possa essere affrontata.
Il sistema detentivo, infatti, riproduce e rinforza non solo segregazioni razziali e di classe, ma anche di genere. Per questo le nostre riflessioni sull’abolizione delle carceri sono inscindibili dal nostro transfemminismo e i nostri desideri di liberazione passano necessariamente dalla fine delle prigioni.
Vogliamo, oggi più che mai, che il nostro 8 marzo sia una giornata capace di mettere al centro le contraddizioni e le oppressioni del complesso carcerario, che è un luogo dove emergono con forza le linee di potere della nostra società e per questo non può che essere uno dei luoghi da smantellare per sovvertirle.
Se come dice Angela Davis “il carcere è considerato talmente “naturale” che è estremamente difficile immaginare che si possa farne a meno” vogliamo che l’8 marzo sia anche questo sforzo di immaginazione e di lotta, perchè in quanto trasfemministe sappiamo che molte trappole sono nascoste sotto l’idea di natura.

 

Con tutta la nostra solidarietà ad Alfredo, Anna e a chi lotta in carcere.

no all’ergastolo ostativo, no al 41Bis

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Presentazione di “Questo non è amore”

Sabato 14 Maggio dalle 19.00 presentiamo Questo non è amore. L’amore non uccide.

Ne parliamo con l’autrice e fumettista, Sted.

Dalle 18.30 ci trovate già a Piano Terra (via Confalonieri 3 Milano) per aperitivo e musica.

 


 

“Questo non è amore – L’amore non uccide” è un fumetto autobiografico, che già dal titolo vuole ribaltare la narrazione mainstream che viene fatta sulla violenza di genere. Nel libro Sted ripercorre la relazione col suo ex ragazzo, un ragazzo ‘normale’, un ragazzo violento, senza fare sconti – neanche a se stessa – e mostrando le varie facce della violenza di genere: psicologica e fisica, primaria e secondaria. Nessun ‘raptus’, nessun ‘gigante buono’, niente ‘gelosia accecante’ o ‘troppo amore’, bensì la facilità con cui si può cadere in una relazione violenta, perché un violento non gira col marchio: “Violento” in fronte, e dall’altra parte l’enorme difficoltà ad uscirne, in una società dove nessuno è disposto ad ascoltare la vittima e schierarsi dalla sua parte, generando un loop infinito di violenza, angoscia e colpevolizzazione della vittima; una società che sceglie deliberatamente di ignorare, finanche giustificare, il ‘bravo ragazzo’ che saluta sempre e che, al contempo, ritiene di poter decidere come e se una donna debba vivere: questo ci mostra Sted, col suo tratto graffiante, evidenziando, tavola dopo tavola, come e perché la violenza di genere ci riguardi davvero tutte e tutti e che chi resta indifferente è inevitabilmente parte del problema. Questo libro ti impone di fare i conti con la tua fetta di responsabilità, iniziando col non voltarti (più) dall’altra parte.


Sted, pseudonimo di Stefania Lancia, è una fumettista marchigiana classe 1993.

Ha autoprodotto la prima parte del suo libro: “Questo non è amore – L’amore non uccide” nel gennaio 2020 e lo ha pubblicato interamente con la piattaforma di self-publishing ‘Youcanprint’ a ottobre 2021.

Sito: https://sted.world

Facebook: Sted

Instagram: @zerorisposte

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26 settembre h 15.30 – Presentazione di “Postporno”

Domenica 26 settembre alle 15.30, dopo il pranzo sociale nel giardino di RiMake (Via del Volga 4), presentiamo insieme a Le Sberle
“Postporno. Corpi liberi di sperimentare per sovvertire gli immaginari sessuali”
Ne parliamo con l’autrice, Valentine Aka Fluida Wolf, ma anche con il super contributo di Slavina
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La pornografia può avere un valore politico e sociale? Si può pensare una pornografia diversa da quella da uomini per uomini, basata su ruoli e corpi nettamente definiti e sull’immagine della donna unicamente come strumento del piacere maschile? Una pornografia rivolta al desiderio e al piacere di tutt*? La risposta è sì.
A partire da Annie Sprinkle, attrice e regista anticipatrice del post-porno, arrivando ai casi più recenti nell’era di internet, in cui la pornografia diventa l’unico strumento di educazione sessuale accessibile a tutt* fin da età molto precoci – Valentine aka Fluida Wolf ci racconta di come la post-pornografia metta in discussione e combatta l’immaginario sessuale del porno mainstream, accogliendo la diversità dei corpi, delle pratiche, dei desideri.
Il postporno rende visibili corpi e pratiche normalmente esclusi dal porno convenzionale, per rivendicare il diritto di tutt* al piacere e dimostrare come la pornografia possa essere uno strumento: di espressione artistica, esplorazione e liberazione.
Il libro è inserito nella collana “BookBlock” – Eris edizioni, collana di saggi brevi, piccoli strumenti di autodifesa culturale che serviranno a introdurre argomenti e temi chiave del mondo in cui viviamo.
Valentine aka Fluida Wolf, autrice di “Postporno”, Eris Edizioni, Torino 2020.
E’ una drag-bitch e traduttrice militante.
Nata a Londra, classe 1984, ha vissuto tra Inghilterra, Italia e Spagna.
Transfemminista, antifascista e attivista postporno. I suoi principali interventi riguardano le sessualità e i corpi dissidenti dalla norma, la postpornografia, il sex work, la lotta alla violenza di genere, le
relazioni queer, la denuncia del razzismo sistemico e l’intersezionalità delle lotte.
Crede fortemente nella potenzialità del corpo come strumento di conoscenza, rafforzamento e crescita personale e al contempo arma politica collettiva.
Slavina è una porno-attivista. Impegnata fin dalla fine del secolo scorso nell’ambito delle lotte sociali, dell’autoproduzione e della tecnologia DIY, ha scoperto nel 2005 a Barcellona la scena della postpornografia, iniziando a concepire un’idea piú sexy della Rivoluzione.
Le politiche del corpo in forma di nuova pornografia, gender hacking, amore queer e sessualitá radicale sono diventate il suo campo d’azione e il tema principale delle sue performance, dei suoi esperimenti narrativi multimediali (nel 2012 ha pubblicato il libro Racconti per ragazze sole o male accompagnate), dei laboratori che la portano in giro per tutta Europa
e se volete ci trovate anche venerdì 24 settembre alle 19.30 a Rob de Matt con Slavina e il suo Desperate Breeding – Ovvero gioie e dolori dell’educare a trasgredire

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24 settembre ore 19.30 – Desperate Breeding

Desperate breeding
ovvero Gioie e dolori dell’educare a trasgredire

(una proposta di intrattenimento transfemminista interattivo a cura di Slavina con l’amoroso supporto di Ambrosia)

Quella che proponiamo a Rob de Matt sarà una serata di ameno confronto tra genitorialitá insorgenti, parentele politiche ed altri esperimenti pedagogici più o meno kamikaze. Perché – tra di noi che a vario titolo abbiamo scelto di prenderci la responsabilità di educare possiamo pure confessarcelo – costruire relazioni non autoritarie, antipatriarcali e basate sull’autodeterminazione si è rivelata un’impresa abbastanza faticosa, spesso contraddittoria, a tratti fallimentare.
Ma visto che si impara solo sbagliando, non ci rimane che condividere i nostri errori e farne tesoro.
E allora intoniamo l’epica del nostro disagio postumano ampliando il glitch nella foto della famiglia felice su Instagram, l’anello che non tiene nella rete del lavoro riproduttivo: cosa significa nel 2021 educare alla libertà? qual è l’emancipazione più urgente?

Le domande sono tante e l’universo senza risposte, per questo auspichiamo una presenza intergenerazionale e una partecipazione svergognata e non giudicante di soggetti quanto più diversi dall’incubo “gruppo genitori di uozzap”, perché la pedagogia libertaria è in realtà una questione piú sociale che familiare – o almeno riteniamo che sarebbe opportuno pensarla cosí.
Ragioneremo intorno a questioni che hanno soprattutto a che fare con sesso, genere e affettivitá in senso ampio. Ci scambieremo consigli e punti di vista in un ambiente che vorremmo benvedente e complice.
Se ci sono temi che vi stanno particolarmente a cuore e che vorreste proporre (anche anonimamente) potete scrivere a [slavina@insiberia.net]

Ci vediamo venerdí 24 settembre a Rob de Matt a partire dalle 19 (l'”intrattenimento” inizierà alle 19.30 puntuali!) e per cenare insieme.

è necessario prenotare chiamando Rob de Matt: al numero 02.359.970.00, solo dalle 15 alle 20, dal martedì alla domenica

Rob de Matt si trova in via Enrico Annibale Butti 18

associazione di promozione sociale Rob de matt

e se volete domenica 26 settembre alle 15.30 a RiMake presentiamo “Postporno” di Valentine aka Fluida Wolf con l’autrice, Slavina e Le Sberle

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Sex Work is Work

locandina

in vista dello sciopero dell’8 marzo lanciato da Non una di meno abbiamo deciso di dedicare una puntata radio al lavoro sessuale, dialogando con il collettivo Ombre Rosse.

ASCOLTA IL PODCAST!

il dibattito sul sex work è spesso polarizzato tra lo stigma della prostituzione e la condanna del lavoro sessuale da un lato e dall’altro un’esaltazione che nasconde le difficoltà. Per questo abbiamo deciso di dare voce a un collettivo di sex workers, con cui capire come costruire solide alleanze, ma anche qual è la situazione oggi di chi svolge un lavoro sessuale. In particolare, la situazione pandemica ha reso per molte quasi impossibile lavorare, senza poter accedere a nessun sussidio (per questo è stata fatta anche una campagna di sostegno) e parleremo anche di come poter continuare a sostenerle

ci trovate dalle 21 su http://abbiamoundominio.org:8000/nudm-milano.mp3

(se provate ad ascoltarci prima delle 21 o in altri giorni finisci in Error 404 ma niente panico! Riprovateci al giorno e all’ora giusta!)

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Ambrosia con le Brigate Volontarie per l’Emergenza

Sappiamo che le case sono luoghi politici e che quello che avviene dentro le case e nelle relazione che le abitano è politico. Per questo siamo partite da noi e abbiamo pensato di costruire con e per le Brigate Volontarie per l’Emergenza un percorso di formazione e discussione sulla violenza maschile sulle donne e la violenza di genere, sulla violenza sulle persone LGBTQIA+, ma anche su come difendere quegli aspetti della salute che sembrano passati in secondo piano nell’emergenza Covid19, come la salute sessuale e riproduttiva.

Pensiamo questa formazione come uno strumento di soggettivazione politica, per noi e per le persone che incontriamo (online!), perchè sappiamo che il lavoro delle Brigate non è solo assistenza, ma mutuo aiuto. E noi abbiamo portato la prospettiva e la pratica transfemminista, per guardare le case con occhi diversi e per costruire nuove relazioni.

Ringraziamo la Casa di Accoglienza delle Donne Maltrattate e Elisa Virgili per aver pensato questo percorso con noi.

Perchè la quarantena non sia isolamento!

trovate i numeri utili che abbiamo pensato qui: https://sorellanzacovid19.org/

“Stare a casa sembra essere l’unica forma di tutela proposta contro il contagio da Covid19.

Questo però non tiene conto dell’esistenza di situazioni di violenza all’interno di alcune case e quindi dell’assenza di uno spazio sicuro in cui stare. Questa quarantena sta costringendo in casa donne e soggettività lgbtqia+ che si trovano a subire violenze (e spesso le subivano anche prima) e discriminazioni senza poter evadere da quello spazio, per esempio per andare al lavoro, oppure ci sono persone costrette a tornare in famiglie e convivenze da cui erano fuggite. Stare a casa significa azzerare le ore che si potrebbero passare fuori o in luoghi più sicuri, costringendo a convivenze continue con i propri aggressori. Stare a casa, inoltre, per molte persone significa non potersi prendere cura della propria salute, perchè non è facile accedere all’aborto, alla contraccezione di emergenza, alle terapie ormonali o alle cure per le malattie sessualmente trasmissibili. 

Anche in questa situazione però non vogliamo pensare a queste donne, alle lesbiche, alle persone trans, gay, bisessuali, queer attualmente isolate come a persone sole. Vogliamo quindi costruire strumenti e pratiche in grado di permetterci di far arrivare un messaggio per noi importante: non sei sol*. Vogliamo far sapere che i centri antiviolenza, i consultori, i numeri di sostegno all’aborto, i servizi psicologici a distanza ci sono e stanno continuando ad essere operativ* proprio perché ci vogliamo vive, sane e felici. Questa situazione di emergenza ci ha spint* a cercare nuovi modi di comunicare e di far arrivare il nostro supporto Per questo abbiamo trovato alleanza nelle Brigate Volontarie per l’Emergenza che porteranno negli spazi attualmente più condivisi i materiali informativi prodotti”

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In piena vista, fuori controllo

 

In piena vista, fuori controllo

Hackeriamo i nostri corpi per muoverci su strade sicure

 

Sicurezza fa rima con controllo, sempre più capillare, sempre più pervasivo.

Sono lontani gli anni in cui improvvisavamo spettacoli teatrali davanti alle telecamere di sorveglianza, ora le macchine imparano a riconoscere le nostre facce e noi, sempre di più, impariamo a disciplinarci e muoverci nello spazio pubblico, semi-pubblico e privato come se non avessimo niente da nascondere.

Lavoriamo, gratuitamente, per produrre dati con cui altri si arricchiscono e per permettere alle macchine di prevenire crimini e disordini sulla base di algoritmi nutriti delle gerarchie e delle oppressioni sociali che quei crimini e quei disordini producono. In una sorta di lombrosianesimo di ritorno accettiamo di accumulare dati per confermare gli stereotipi e le disparità di potere che ne orientano la classificazione.

Le nostre facce e i nostri corpi sono il luogo di politiche di controllo, di estrazione di valore e di pratiche securitarie che riproducono oppressioni.

Ma noi donne e soggettività LGBTQIA+, così come le persone razializzate, questo lo sappiamo da sempre, perché è sui nostri corpi che il potere si è esercitato per creare la norma che ci esclude e quella che ci disciplina. E allora sovvertiamo gli strumenti della nostra oppressione per aprire spazi di libertà. I trucchi che ci avete insegnato ad usare per avere pelle di pesca, occhi grandi e labbra a cuore li riutilizziamo per sfuggire alle tecniche di riconoscimento facciale, attraverso linee e forme che ci rendono invisibili, anche se pienamente in vista. Il patriarcato ci insegna che siamo solo corpi, da scrutare, controllare, migliorare, valorizzare, e questo sapere accumulato su di noi, da noi stesse, lo rimettiamo in campo come potenza che sovverte i paradigmi securitari in nome del principio che le strade sicure le facciano le soggettività che le attraversano.

Ci viene chiesto costantemente di essere visibili, per stabilire l’ordine, noi lo saremo così tanto da spazzarlo via.

 

L’8 marzo scendiamo in piazza visibili e incontrollabili

Unisciti a noi:

1 Trucco

Evita tutti quei trucchi che vengono utilizzati in modo classico per accentuare le forme e le caratteristiche del viso (es. blush, terra, mascara, illuminanti) : amplificano le caratteristiche facciali chiave. Questo rende il tuo viso più facile da rilevare. Invece applica un trucco che contrasta con il tono della tua pelle in toni e direzioni insoliti: colori chiari su pelle scura, colori scuri su pelle chiara. Le direzioni insolite sono molto importanti per spezzare effettivamente il volto.

 

2 Ponte del naso

Oscura parzialmente l’area del ponte nasale: la regione in cui il naso, gli occhi e la fronte si intersecano è una caratteristica facciale chiave. Ciò è particolarmente efficace contro l’algoritmo di rilevamento dei volti di OpenCV (acronimo in lingua inglese di Open Source Computer Vision Library è una libreria software multipiattaforma nell’ambito della visione artificiale in tempo reale).

 

3 Occhi

Oscura parzialmente una delle regioni oculari: la posizione degli occhi è una caratteristica facciale chiave. Puoi coprire parte di una delle regioni con il trucco oppure con i capelli.

 

4 Maschere

Evita di indossare maschere perché illegali in alcune città. Invece di nascondere il tuo viso, modifica il contrasto, i gradienti tonali e la relazione spaziale delle aree scure e chiare usando capelli, trucco e / o accessori unici. Per esempio tagliare la frangetta in modo asimmetrico oppure far passare una ciocca di capelli davanti al viso. Ci sono anche accessori costruiti appositamente a questo scopo, ma nulla ci vieta di crearli da sol* e indossarli.

 

5 Parrucco

Oscurare la forma ellittica di una testa può anche migliorare la tua capacità di bloccare il rilevamento del viso. Puoi modificare la forma della testa con acconciature o accessori, per esempio una delle prove fatte da Dazzle club, mostra una donna con un enorme fiocco a lato della faccia (Research from Ranran Feng and Balakrishnan Prabhakaran at University of Texas)

 

6 Asimmetria

Gli algoritmi di riconoscimento facciale prevedono la simmetria tra i lati sinistro e destro del viso. Sviluppando un aspetto asimmetrico, è possibile ridurre la probabilità di essere rilevati. Per esempio colorando a contrasto un lato del viso e l’altro no.

 

grazie a https://cvdazzle.com/

ulteriori spunti: http://dismagazine.com/dystopia/evolved-lifestyles/8115/anti-surveillance-how-to-hide-from-machines/

 

per approfondire sul riconoscimento facciale:

https://www.valigiablu.it/riconoscimento-facciale-intelligenza-artificiale/

 

 

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