Archivio per la categoria Noexpo

GPA E MATERNITA’ SURROGATA. Mercificazione dei corpi o autodeterminazione?

 

12814753_1595254384061325_4256037384662627471_n

 

 
18 Marzo 2016 alle ore 21:00
GPA E MATERNITA’ SURROGATA.
Mercificazione dei corpi o autodeterminazione?

Ne parliamo con
LIDIA CIRILLO, di Communia Network e curatrice dei Quaderni Viola
http://www.ilmegafonoquotidiano.it/collane

CRISTINA GRAMOLINI, ArciLesbica Zami Milano
http://milano.arcilesbica.it/

Intervengono:
Collettivo femminista e lgbit*q LE LUCCIOLE
http://lelucciole.noblogs.org/

Collettivo queer AMBROSIA
https://www.facebook.com/ambrosia.milano

Posizioni diverse si sono levate circa il tema della gestione per altri e della maternità surrogata. Tralasciando chi ha espresso opinioni sessiste e bigotte , per lo più inutili al dibattito e alla comprensione delle contraddizioni che il tema solleva, molte e molti hanno preso posizioni spesso forti; da chi ha strumentalizzato il tema rilegandolo alla questione dell’omogenitorialità a chi invece ha cercato di comprendere le complesse intersezioni tra mercato, diritti, autodeterminazione e genitorialità, a chi, infine, ha tentato un approccio più ampio a partire da ‘etica, classe, corpi e neoliberalismo capitalista, proveremo a sintetizzare i discorsi arrivando a sintesi utili per comprendere un tema espressione di una realtà complessa.

A SEGUIRE DJ SET
*** ElectroSwing***
*** Reggae ***
(a breve evento)

a RiMake, (ex Bnl), spazio recuperato autogestito in via Astesani 47, fermata M3 e Ferrovie Nord Affori Nord.

http://rimake.noblogs.org/
http://www.communianet.org/

Nessun commento

Dossier. Sguardi puntati su Expo. Per nutrire un confronto politico

copertina_dossier-204x300è uscito Sguardi puntati su Expo, un dossier che indaga l’esposizione universale da un punto di vista situato e incarnato: tra le altre ha scritto anche Ambrosia!
qui trovate la presentazione del dossier, l’indice e il nostro intervento.

il dossier completo lo trovate qui: Eleonora Mineo e Gea Piccardi, Sguardi puntati su Expo. Per nutrire un confronto politico, Iaph Italia, 2015
Grazie a Gea e Eleonora per il loro lavoro!

Di fronte all’evento Expo2015 – un evento che produce discorsi e narrazioni non solo attraverso la retorica sul cibo, ma anche, e forse soprattutto, attraverso le modalità di organizzazione del lavoro, della condivisione, della partecipazione, del pensiero – abbiamo scelto di prendere parola.

Lo abbiamo fatto, e abbiamo invitato le autrici di questo dossier a farlo, nella prospettiva della differenza, ovvero forti delle competenze accreditate dall’esperienza e certe dell’autorevolezza della parola che scaturisce dalla consapevolezza del proprio essere incarnate, con uno sguardo sul mondo che sappia tener conto dell’intreccio di relazioni in cui siamo e che ci chiama a dirne qualcosa, per farnequalcosa.

Le autrici hanno risposto al nostro invito, ciascuna secondo il proprio sentire, ciascuna con una propria specificità, anche distanti le une dalle altre, ma mettendo in luce dei punti distinti che insieme si tengono e delineano un contributo unico, di ampio respiro, aperto in più direzioni.

Abbiamo deciso di prendere parola perché abbiamo molto da ridire, su Expo e le sue contraddizioni, ma soprattutto su una differenza che dà forma al mondo, da dire ancora e ancora.

Prosegui la lettura »

, , , ,

Nessun commento

reportage fotografico NoExpoPride 20 Giugno 2015

, , ,

Nessun commento

Gaia Passeggiata 17 maggio – report fotografico

 

Nessun commento

No Expo Pride: né normali né sfruttate, tantomeno strumentalizzate (tira sempre più un casco che un pelo di fica)

07Siamo parte della rete NoExpoPride e numerose abbiamo partecipato al corteo che si è snodato nelle strade di Milano in occasione della MAYDAY NoExpo.

Abbiamo riempito quelle strade con le nostre parole e i nostri corpi, convinte che una visione non mainstream sui generi sia fondamentale all’interno di un movimento che si batte contro la
devastazione e saccheggio dei territori, contro la precarizzazione selvaggia, contro la negazione dell’accesso ai servizi e ai diritti fondamentali.

Siamo state in piazza, quindi, con le nostre modalità, con i nostri corpi liberati e queerizzati, con boa fuxia e ombretti glitter, con vagine giganti di cartapesta che abbiamo fatto squirtare sui muri di alcune chiese, in un parossismo di tutto quanto ci viene quotidianamente negato: la libertà autodeterminata dei nostri corpi. Rivendichiamo e proponiamo una pratica orizzontale e condivisa di percorsi che si incontrano e
costruiscono insieme.

Questo è il contenuto della nostra pratica politica e questo ancora una volta ci viene negato da Expo con la sua visione della donna funzionale solo a procreare e nutrire il pianeta, con il suo utilizzo opportunista e strumentale delle soggettività omosessuali a fini esclusivamente economici, e allo stesso tempo con il patrocinio alla predicazione omofoba leghista e fanatico-cattolica.

Per questo rivendichiamo la nostra rabbia, che si esprime anche con la forza erotica, gioiosa e passionale dei nostri corpi in corteo, riappropriandoci collettivamente delle strade e delle piazze della città, tessendo relazioni e costruendo legami, con cura e con l’attenzione di andare avanti insieme, senza lasciare indietro nessuna.

Oggi ci troviamo a fare un bilancio, sapendo che in quella piazza sono state messe in atto pratiche che come primo, e per ora unico, effetto hanno ottenuto quello di neutralizzare la complessità del nostro messaggio e del percorso che ha dato vita a quella mobilitazione, e in questo senso ci sentiamo di dire che l’ha sovradeterminata. Responsabiltà dei media? Si, certo. Ma anche di chi sapeva che sarebbe successo e ha agito ugualmente.

Noi froce lesbiche trans femministe rifiutiamo la riduzione del conflitto alla logica del “grande evento” da dare in pasto ai media nella società dello spettacolo o alla competizione tra ceti politici più o meno rivoluzionari.
Per noi, il conflitto è invece una pratica quotidiana che politicizza interamente le nostre vite e i nostri corpi, che tende alla costruzione di relazioni sociali diverse fuori e contro il sistema capitalistico, che si nutre di gesti che desiderano allargare il consenso e le possibilità di soggettivazione politica, invece che restringerlo a “stili di militanza” insostenibili per l’ecologia dei nostri corpi e per le nostre vite massacrate dalla precarietà.
Non sarà la sovradeterminazione di pratiche testosteroniche, né l’indignazione da divano di chi giudica senza partecipare a fermarci, né tantomeno quella dei media e del potere costituito che è andato a nozze con uno scenario amplificato e strumentalizzato.

Andiamo avanti, e lo facciamo a partire dalla totale e incondizionata solidarietà alle/agli arrestate/i post corteo, perchè il carcere non lo auguriamo a nessuno, consapevoli che non può che devastare le vita e produrre sempre nuovo dolore. scegliamo di dissentire, però, riprendendoci quello spazio politico oggi oscurato dal fumo del machismo e dai media, continuando ad occuparlo e trasformarlo con i nostri peli, i nostri corpi e le nostre parole che hanno l’ambizione di partire da sé per iniziare processi di cambiamento che portiamo avanti sia all’interno dei movimento che della società, con costanza e pazienza.

Rilanciamo quindi con forza i prossimi appuntamenti che ci siamo date
da tempo:

17 Maggio: in occasione della giornata internazionale contro l’omo-transfobia: PASSEGGIATA GAIA e Assemblea Pubblica Milanese. Le strade saranno libere solo quando ce le riprenderemo. Attraverseremo delle strade rese insicure dalla politica securitaria e militarizzante del territorio. I nostri corpi queerizzati le libereranno con una presenza colorata e favolosa.

20 GIUGNO: NO EXPO PRIDE! Parata queer attraverso le strade milanesi. Il nostro diritto ad autodeterminarci rivendicato con un serpente queer. Contro il pink washing di women for expo, contro la gay street contro ogni ghetto e costrizione che ci impedisca di accedere a una vita libera e a diritti riconosciuti.

Froce, lesbiche, trans e queer della Rete NoExpoPride-Milano

Collettivo Shora
Collettivo Lucciole
Collettivo Ambrosia
Collettivo Bicocca

noexpopride.noblogs.org

 

 

, , ,

Nessun commento

ASSEMBLEA CITTADINA NOEXPOPRIDE//21marzo//h 15:00//CasaDelleDonne

10906530_640613449378222_6003245143460602425_n

È interessante soffermarci sul significato che assume il progetto di Expo chiamato WomenForExpo e l’evidente meccanismo di pinkwashing in atto a Milano.

WomenForExpo è la quota rosa di Expo: propone l’immagine di una donna naturalmente votata al prendersi cura, al cullare e al nutrire il pianeta. È un progetto che normalizza la condizione di oppressione delle donne, infiocchettandola.

Da un lato si promuove la donna imprenditrice e di potere e dall’altro si accentua l’oppressione di tutte le altre donne, giustificandola con la vocazione alla maternità e alla cura. Del resto la politica sulle donne che Expo sta portando avanti è in linea con l’immagine di donna regina del focolare domestico e madre prima di tutto, depositaria di conoscenze legate al cibo, al nutrimento e alla capacità di accudimento. Immagine che ci riporta ad epoche oscurantiste e di matrice patriarcale.

In questo svilimento dei diritti delle donne e delle soggettività LGBTQ, gli unici segnali di apparente apertura sono dettati dall’interesse economico che sta dietro alla valorizzazione del turismo omosessuale, con un fallito progetto di Gay Street che avrebbe messo un’intera strada a disposizione dei gay (ovviamente maschi e benestanti) attenti alla moda e allo shopping; niente più di un’area protetta.

Questo è pinkwashing e non ha nulla a che fare con una reale volontà di incidere sulla cultura delle libertà, libertà di essere chi e come si vuole, di costruire le famiglie che più ci piacciono e meglio ci fanno stare, di vivere la sessualità e la vita senza subire il giudizio di nessuno e gli ostacoli che ne conseguono.

La quota rosa di Expo e il pinkwashing risultano essere dispositivi di normalizzazione e di controllo che operano una reclusione all’interno di spazi fisici e politici e che nascondono l’assenza di diritti per i soggetti LGBTQ.

Rifiutiamo i modelli di donna e di omosessuale che ci propongono e ci impongono. Liberi di immaginarci come vogliamo, libere di essere favolose.

Rete NoExpoPride si presenta alla città sabato 21 marzo h. 15:00 presso

Casa delle Donne in via Marsala 8

Nessun commento

Né normali né sfruttate: Assemblea nazionale verso il NoExpo Pride, Roma 15 marzo

 

unnamed

Tra poco più di due mesi apriranno i cancelli di Expo2015, l’Esposizione Universale che quest’anno avrà come slogan “Nutrire il Pianeta”: una vetrina che mette in bella mostra un modello di sfruttamento e devastazione dei territori e delle esistenze; la macchina Expo poggia su lavoro gratuito di moltissim* giovani, portando avanti un paradigma di precarietà e sfruttamento che si dispiega a livello nazionale.

Tutto questo avviene a Milano, una città radicalmente trasformata dai progetti di speculazione e dalle imponenti opere costruite in vista del grande evento: metri cubi di cemento, che hanno richiesto sgomberi, sfratti, demolizioni, retate ed espulsioni, per escludere dai quartieri destinati ad Expo tutti i soggetti che non erano “presentabili” e “attraenti” per i turisti che sperano di attirare: migranti, sex workers, pover* e tutt* coloro che hanno scelto di opporsi alla macchina di Expo2015.
Da un lato vedremo esposte al suo interno tutte le grandi multinazionali del cibo, che sfruttano la terra e le popolazioni a cui è stata sottratta, e dall’altro la strumentalizzazione a fini propagandistici di immaginari, identità e rivendicazioni.
Il progetto Women for Expo, con il suo padiglione, darà spazio alla grande campagna mediatica vòlta ad imporre due modelli di emancipazione e centralità per le donne: da una parte la madre della vita e della terra, naturalmente predisposta alla condivisione, all’altruismo e al nutrimento e dall’altra la donna imprenditrice, la cui emancipazione si manifesta esclusivamente nell’esercizio di potere all’interno del modello capitalistico.
Ma Expo non si limita a questo, nel tentativo di trovare più consenso possibile e di espandere il target commerciale, strumentalizza il bisogno di riconoscimento ed emancipazione di lesbiche, gay, trans e queer, proponendo loro un mercato dedicato, fatto di iniziative, locali e quartieri friendly costruiti a tavolino, che hanno il solo scopo di intercettare una redditizia fetta di mercato. Destinatari di questi progetti sono quasi esclusivamente uomini gay di reddito medio alto e di origini occidentali.
Se questo progetto parla ad una parte di mondo lgbt c’è tutta un’altra miriade di soggettività che vengono automaticamente escluse e negate. Sono quelle più scomode, meno redditizie che vivono una quotidianità di oppressione e discriminazione, d’invisibilità culturale e legislativa, di marginalizzazione ed espulsione dal mercato del lavoro.
A questo si aggiunge il progetto di Expo di Cascina Triulza , uno spazio in periferia nord di Milano, dove dare visibilità alle associazioni della “società civile”, tra cui alcune associazioni lgbt e di donne, così da dare un minimo di contenuto sociale al logo Expo2015, a cui oggi la maggior parte delle cittadini e cittadini associa solamente mafia, corruzione e tangenti.
Lo sfruttamento della terra e l’oppressione di genere mostrano la crisi evidente di questo modello sociale ed economico: Expo li rimette al centro del discorso strumentalizzandone i bisogni e rinchiudendoli in una cornice ben definita, funzionale al mantenimento del sistema capitalistico.

Noi siamo donne, trans*, sexworker, migranti, gay, lesbiche, queer e femministe e vogliamo riappropriarci della nostra Città perché la visibilità, l’agibilità e la sicurezza di questa città è fatta anche dai nostri corpi che la attraversano. Contestiamo il sistema di valori di cui Expo si fa portatore e rivendichiamo la libertà di vivere, amare, giocare, performare il nostro genere, i nostri desideri non conformi, la nostra sessualità e le nostre relazioni con gioia e trasparenza. Chiediamo riconoscimento per le molteplici reti di affettività di cui facciamo parte. Chiediamo reddito garantito per le nostre vite precarie. Rivendichiamo il diritto di liberare spazi e luoghi di confronto e di agibilità politica.

A dicembre 2014 c’è stato a Milano un primo incontro tra diversi collettivi femministi e lgbit*q da alcune città italiane, che aderendo al percorso generale contro Expo e alla May Day del 1° maggio, hanno però deciso di costruire anche una giornata di mobilitazione di donne e soggetti lgbit*q, un NoExpo Pride.
Per continuare la costruzione di questo percorso, ci sarà un secondo incontro pubblico a Roma, domenica 15 marzo dalle 10 alle 17, ospitato nello spazio occupato e autogestito dalle Cagne Sciolte, in Via Ostiense 137.

Per raggiungere lo spazio con i mezzi pubblici, metro b (da stazione termini o tiburtina in direzione Laurentina), fermata Garbatella.

Per info: http://noexpopride.noblogs.org/

Per ospitalità e informazioni logistiche sulla giornata del 15 marzo 3939291951

Femministe, froce e queer verso il NoExpoPride 2015.

 

Nessun commento

7 Febbraio-NOEXPOPRIDE-h 14:00 edificio U6

no expo pride verso hangar

 

Il 7 febbraio presso l’hangar di Bicocca si svolgerà EXPO DELLE IDEE, un evento partecipato da oltre 500 esperti divisi in 40 tavoli di lavoro che si confronteranno sui temi centrali dell’esposizione.

Noi ci saremo per contestare le tematiche di Expo, in particolare WE-Women for Expo, progetto che parla di nutrimento mettendo al centro la cultura femminile, sostenendo che ogni donna è depositaria di pratiche e tradizioni legate al cibo, alla capacità di nutrire e di prendersi cura non solo di se stesse, ma anche degli altri.

L’immagine della donna offerta oggi da Expo a livello mondiale è quella della cura, della nutrizione. La donna al servizio della casa, della famiglia, e alla fine anche del pianeta. Depositaria di un sapere culinario, la donna culla la terra in un abbraccio materno. Magari indossando un grembiule e dei bei guanti di gomma.

Ma quante persone si riconoscono in questo stereotipo femminile? E soprattutto, ne conseguono dei diritti?

Viviamo in una società nella quale il welfare è fatto dalle donne, in maniera gratuita: non esistono strutture, non si pensa a sostegni di alcun tipo e tutte queste mancanze, e non una presunta natura femminile, riconsegnano le donne alla casa e alla cura. Alla donna è richiesto sempre maggiore sforzo di multitasking: madre amorevole, moglie premurosa, casalinga economa, lavoratrice attenta.

La becera presentazione che fa Expo della femminilità ci sembra un buon esempio di una retorica che nasconde una limitazione alla libertà delle donne di autodeterminarsi e che mistifica due secoli di lotta femminista. L’immagine delle donne è sempre la stessa: scolapasta in mano, mestolo e guanto da cucina.

L’universalità dell’esposizione si rivela pertanto solo un bluff, una veste di innovazione che maschera il conservatorismo dietro il quale si nasconde questa fiera, un’impostazione millenaria e immobile.

Ebbene, noi vi restituiamo il guanto, ma non getteremo mai la spugna.

No Expo Pride

 

 

https://www.facebook.com/pages/NoExpo-Pride                               http://noexpopride.noblogs.org

, ,

Nessun commento