Archivio per la categoria Eventi
Assemblea Tito Livio
Venerdì 1 Aprile 2016 abbiamo partecipato all’incontro organizzato dal Collettivo Autonomo Tito Livio, per parlare della Legge Cirinnà.
Siamo state contattate insieme al Professor Lariccia per far luce sul quadro normativo, nonchè etico-morale nel quale si inserisce questa disposizione, che tocca la quotidianità di molti e molte.
Il dibattito è stato molto acceso e gli spunti emersi così tanti, che spesso ci portavano fuori tema.
E’ stato molto arricchente poter discutere insieme di tematiche attuali e ancora non risolte, grazie ai partecipanti che hanno dimostrato molta capacità di analisi e di rielaborazione.
Forse questo pomeriggio abbiamo insegnato qualcosa riguardo la cornice giuridica della Legge Cirinnà, ma sicuramente Ambrosia ha imparato che non bisogna mai smettere di porsi alcuni interrogativi.
I ragazzi e le ragazze che hanno partecipato all’incontro ci hanno ricordato cosa vuol dire non lasciar cadere una domanda. Porre un quesito e non rinunciarvi fino a che non si è trovata una risposta, che sia quantomeno soddisfacente.
Grazie davvero al Collettivo Autonomo Tito Livio per averci invitate.
PROMUOVERE LA CULTURA DELL’ACCOGLIENZA DONNE RIFUGIATE E MIGRANTI
PROMUOVERE LA CULTURA DELL’ACCOGLIENZA DONNE RIFUGIATE E MIGRANTI
PERCORSI DI PREVENZIONE E LOTTA CONTRO LA VIOLENZA DI GENERE
Negli ultimi anni un numero crescente e senza precedenti di persone – tra le quali molte donne e bambini – cerca rifugio nell’Unione europea, a seguito di situazioni di guerra, instabilità regionale e violazioni dei diritti umani. L’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (UNHCR) segnala che, nel solo gennaio 2016, le donne e i bambini rappresentano il 55% di quanti raggiungono la Grecia per richiedere l’asilo nell’UE. Le donne e le ragazze richiedenti asilo sono esposte a rischi di discriminazioni multiple, sono più vulnerabili alla violenza di genere nei loro paesi di origine, transito e destinazione e hanno esigenze di protezione e preoccupazioni diverse dagli uomini. Ciò impone l’integrazione della prospettiva di genere nell’attuazione delle politiche e procedure in materia di asilo e nell’organizzazione degli hub destinati all’accoglienza e nelle strutture di transito, in modo da garantire le misure primarie e l’attenzione per la lotta e la prevenzione della violenza di genere. Sui temi della situazione delle donne rifugiate e richiedenti asilo nell’Unione europea, il Parlamento europeo ha adottato una risoluzione l’8 marzo 2016.
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PROGRAMMA
Milano, venerdì 18 marzo 2016 Ore 10.00 – 13.00
Sala Conferenze del Parlamento europeo Corso Magenta, 59 – Milano
10.00 – 10.15 Accoglienza partecipanti
10.15 – 10.30 Saluto Bruno Marasà – Ufficio di Informazione del Parlamento Europeo a Milano
Esperienze e proposte degli enti locali
Comune di Milano: Pierfrancesco Majorino, Assessore alle Politiche sociali e Cultura della salute
Comune di Cremona: Rosita Viola, Assessore alla Trasparenza e Vivibilità sociale
Reti di servizi e di competenze per l’accoglienza ai rifugiati e la lotta alla violenza di genere in dialogo Servizio di Protezione per richiedenti asilo e rifugiati (SPRAR)
Comune di Milano: Daniela Ceruti, Cooperativa Farsi prossimo
Miriam Pasqui, Coordinatrice Casa dei diritti, Comune di Milano
Silvia Belloni, Consigliera dell’Ordine degli Avvocati di Milano
Alessandra Kustermann, Responsabile SVSeD Soccorso Violenza Sessuale e Domestica della Fondazione IRCCS Cà Granda Ospedale Maggiore Policlinico, presso la Clinica Mangiagalli.
Discutono con i relatori e portano il loro punto di vista Sumaya Abdel Qader, Progetto Aisha CAIM Coordinamento Associazioni Islamiche di Milano e Monza e Brianza – Suor Claudia, Caritas Ambrosiana – avv. Virginia Dascanio, Ambrosia – Valerio Pedroni, Fondazione Somaschi Onlus L’impegno dell’Europa, intervengono i parlamentari europei
GPA E MATERNITA’ SURROGATA. Mercificazione dei corpi o autodeterminazione?
18 Marzo 2016 alle ore 21:00
GPA E MATERNITA’ SURROGATA.
Mercificazione dei corpi o autodeterminazione?
Ne parliamo con
LIDIA CIRILLO, di Communia Network e curatrice dei Quaderni Viola
http://www.ilmegafonoquotidiano.it/collane
CRISTINA GRAMOLINI, ArciLesbica Zami Milano
http://milano.arcilesbica.it/
Intervengono:
Collettivo femminista e lgbit*q LE LUCCIOLE
http://lelucciole.noblogs.org/
Collettivo queer AMBROSIA
https://www.facebook.com/ambrosia.milano
Posizioni diverse si sono levate circa il tema della gestione per altri e della maternità surrogata. Tralasciando chi ha espresso opinioni sessiste e bigotte , per lo più inutili al dibattito e alla comprensione delle contraddizioni che il tema solleva, molte e molti hanno preso posizioni spesso forti; da chi ha strumentalizzato il tema rilegandolo alla questione dell’omogenitorialità a chi invece ha cercato di comprendere le complesse intersezioni tra mercato, diritti, autodeterminazione e genitorialità, a chi, infine, ha tentato un approccio più ampio a partire da ‘etica, classe, corpi e neoliberalismo capitalista, proveremo a sintetizzare i discorsi arrivando a sintesi utili per comprendere un tema espressione di una realtà complessa.
A SEGUIRE DJ SET
*** ElectroSwing***
*** Reggae ***
(a breve evento)
a RiMake, (ex Bnl), spazio recuperato autogestito in via Astesani 47, fermata M3 e Ferrovie Nord Affori Nord.
Presentazione di ” Sessualità e riproduzione ” di Anglea Balzano e Carlo Flamigni – 15 febbraio alle 19 @Libreria Les Mots
Ambrosia prosegue la riflessione e il confronto intorno al tema dei CORPI IN RIVOLTA
Lunedì 15 febbraio presso la Libreria Les Mots
via carmagnola angolo via pepe, 20159 Milano
h. 19:00
Presentazione del libro
“Sessualità e riproduzione. Due generazioni in dialogo su diritti, corpi e medicina”, Anankelab, 2015
saranno presenti Anglea Balzano e Carlo Flamigni
Il volume è un dialogo tra Angela Balzano, giovane ricercatrice precaria, e Carlo Flamigni, ginecologo di fama internazionale, sulla attuale situazione politica e giuridica nel nostro Paese – anche detto il Paese dei teo-con – a proposito di aborto, fecondazione assitita, obiezione di coscienza, educazione sessuale, nuove genitorialità e mercati della riproduzione.
Con un linguaggio semplice e diretto, senza inficiare il rigore scientifico, gli autori si pongono domande e pro- pongono risposte e soluzioni, rivolgendosi a un pubblico curioso e non necessariamente di specialisti.
Il punto di partenza è che due generazioni lontane tra loro si ritrovano a condividere le stesse preoccupazioni. Nonostante le lotte a favore del diritto all’aborto, della diffusione della contraccezione e dell’educazione ses- suale, dell’istituzione dei consultori, oggi denunciano entrambi un arretramento sul piano dei diritti all’auto- determinazione. Angela Balzano incarna una soggettività che si ritrova a vivere problematiche che si pensavano superate grazie ai risultati delle battaglie portate avanti dalla generazione rappresentata da Carlo Flamigni, circa quarant’anni fa. Le tecniche di fecondazione assistita, poi, sollevano questioni inedite, come le nuove genito- rialità e i mercati della riproduzione, che i due autori indagano mettendo in luce i danni che le intrusioni della morale cattolica nella politica e nella giurisprudenza hanno e stanno causando.
Un punto della situazione per capire cosa è andato storto e cosa si può fare per voltare pagina e riprenderci le nostre vite, i nostri corpi, i nostri diritti.
La rivolta nei corpi, i corpi nelle rivolte
Il corpo è linguaggio. Ma può celare la parola che esso è, può coprirla. Il corpo può desiderare e, ordinariamente, desidera il silenzio sulle proprie opere. Allora, rimossa dal corpo, ma anche proiettata, delegata, alienata, la parola diventa il discorso di un’anima bella, che parla delle leggi e delle virtù ma che tace sul corpo.
(Gilles Deleuze, La logica del senso)
Ambrosia quest’anno si dedica alla carne viva dei corpi, compie il gesto profondamente politico di mettere al centro della sua scena quell’osceno che dovrebbe restarne fuori.
Abbiamo scelto di dedicare le nostre energie ad esplorare il tema dei corpi in rivolta, dei corpi che si rivoltano, dei corpi che attraversano le rivolte, dei corpi rivoltanti e lo vogliamo fare proprio a partire dai nostri corpi. Vogliamo esplorare la contraddizione che ci vede attrici politiche solo quando usiamo la testa, mentre sul nostro corpo vengono agite delle politiche e dei poteri che ci limitano, che negano la nostra libertà e la nostra autodeterminazione. Pensiamo al lento smantellamento dall’interno della legge 194, alla chiusura dei consultori, ai tagli ai centri antiviolenza, all’obbligo di un’operazione chirurgica per cambiare nome su un documento, alle norme che affidano le decisioni sulle nostre vite a magistrati e polizia e all’ossessione della pubblicità per il corpo femminile, all’imposizione di un unico concetto di bellezza standardizzata ed eteronormata. Ma anche alle politiche securitarie che vengono approvate in nome dei nostri corpi ‘da proteggere’, alle discriminazioni che colpiscono ogni sessualità che devia dalla norma e ogni desiderio che scompagina.
E siamo consapevoli che tutto questo si riverbera nelle nostre vite, disegnando cicatrici sui nostri corpi, in modi spesso impercettibili e difficili da riconoscere: nelle occhiate insistenti, nei commenti indesiderati per strada, nei sensi di colpa, negli orgasmi negati e, soprattutto, nella vergogna, anche quella di provare piacere.
Proprio per questo abbiamo scelto di mettere in crisi l’idea che il corpo debba essere un luogo privato, intimo, opaco agli sguardi esterni e alla pratica politica. Partiamo da noi, mettendo in mostra le nostre fighe per liberarci della vergogna, raccontando il nostro stare in piazza, nelle rivolte, coi nostri corpi, le nostre gioie e i nostri tremori, esploriamo il nostro piacere per trarne forza e potenza. Lo facciamo per ricordarci che sono i nostri corpi, questi corpi, imperfetti, esposti al cambiamento, sempre eccedenti e carichi di passione che attraversano lo spazio pubblico, che danno forma al nostro modo di fare politica, che subiscono il potere e che praticano la resistenza, che incarnano nuovi immaginari sessuali, relazionali e collettivi.
Ripartiamo dalla materia, dalla carne, dal desiderio per non dimenticarci di noi e per non cedere alle lusinghe di costruire mondi ideali nei quali non possiamo abitare, ancora convinte di poter dare una forma diversa al mondo in cui viviamo.
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Laboratorio lavorare, abitare
Il 21 novembre siamo state alla Libera Università delle Donne per intervenire nel “Laboratorio lavorare, abitare: elaborazioni comuni a partire dalle esperienze, messa fuoco delle prassi agite e di quelle necessarie” insieme ad Adrianna Nannici, Maria Luida Venuta e Sandra Burchi.
Il pomeriggio è stato molto intenso e qui potete trovare la registrazione degli interventi e del dibattito: www.lud-registrazioni.eu/
Il Laboratorio si proponeva di ragionare insieme su alcuni punti del lavorare, tema che continuamente si ripropone, e su cui la nostra elaborazione si è sviluppata, ampliata, approfondita in elaborazioni a partire dalle esperienze, vorremmo mettere a fuoco delle prassi agite e quelle necessarie
Dunque proviamo insieme a ragionare a partire da Lavorare e abitare:
- Tener conto dei cambiamenti che hanno coinvolto il “mondo del lavoro” negli ultimi dieci anni, porre particolare interesse allo sguardo con cui alcune donne vedono il lavoro di tutti/e
- Privilegiare un’attenzione non alle identità, ma alle prassi e alle pratiche che si mettono in atto sul lavoro.
- Ragionare intorno a quali possibili forme di solidarietà, iniziare un’ interrogazione approfondita sulle forme di mutualità esistenti, a come queste siano o non siano state attraversate dal femminismo, osservare da dentro le realtà (invenzioni e difficoltà) del mutualismo, o cooperazione che sia, e poi sul rapporto tra generazioni diverse, se in una comune condizione di precarietà si attivano delle alleanze e se no perchè.
- Interrogare e costruire un sapere sulla materialità del lavorare e sulle connessioni esistenti.
- Ad esempio l’abitare, a certe esperienze di co-abitazione in affitto, a quali risorse e possibilità liberino, e a proposito delle reti e delle relazioni come tessuto connettivo del vivere è evidente che i luoghi dove si abita, il vicinato, gli spazi condivisi, i costi delle abitazioni sono cruciali.
Alcuni concetti chiave per ragionare intorno alla questione lavoro: desiderio, reddito di cittadinanza, produzione/riproduzione/cura, frammentazione e quali, in una condizione di estrema mobilità e precarietà, possano essere dati costanti.
Sicuramente ne parleremo ancora!
(l’immagine è un’opera di Mona Hatoum, artista citata da Sandra Burchi nel suo intervento)
ASSEMBLEA CITTADINA NOEXPOPRIDE//21marzo//h 15:00//CasaDelleDonne
È interessante soffermarci sul significato che assume il progetto di Expo chiamato WomenForExpo e l’evidente meccanismo di pinkwashing in atto a Milano.
WomenForExpo è la quota rosa di Expo: propone l’immagine di una donna naturalmente votata al prendersi cura, al cullare e al nutrire il pianeta. È un progetto che normalizza la condizione di oppressione delle donne, infiocchettandola.
Da un lato si promuove la donna imprenditrice e di potere e dall’altro si accentua l’oppressione di tutte le altre donne, giustificandola con la vocazione alla maternità e alla cura. Del resto la politica sulle donne che Expo sta portando avanti è in linea con l’immagine di donna regina del focolare domestico e madre prima di tutto, depositaria di conoscenze legate al cibo, al nutrimento e alla capacità di accudimento. Immagine che ci riporta ad epoche oscurantiste e di matrice patriarcale.
In questo svilimento dei diritti delle donne e delle soggettività LGBTQ, gli unici segnali di apparente apertura sono dettati dall’interesse economico che sta dietro alla valorizzazione del turismo omosessuale, con un fallito progetto di Gay Street che avrebbe messo un’intera strada a disposizione dei gay (ovviamente maschi e benestanti) attenti alla moda e allo shopping; niente più di un’area protetta.
Questo è pinkwashing e non ha nulla a che fare con una reale volontà di incidere sulla cultura delle libertà, libertà di essere chi e come si vuole, di costruire le famiglie che più ci piacciono e meglio ci fanno stare, di vivere la sessualità e la vita senza subire il giudizio di nessuno e gli ostacoli che ne conseguono.
La quota rosa di Expo e il pinkwashing risultano essere dispositivi di normalizzazione e di controllo che operano una reclusione all’interno di spazi fisici e politici e che nascondono l’assenza di diritti per i soggetti LGBTQ.
Rifiutiamo i modelli di donna e di omosessuale che ci propongono e ci impongono. Liberi di immaginarci come vogliamo, libere di essere favolose.
Rete NoExpoPride si presenta alla città sabato 21 marzo h. 15:00 presso
Casa delle Donne in via Marsala 8
Materiali per l’incontro sul genere in Bicocca
Il 26 marzo alle 15.30 Ambrosia interverrà, insieme a Lorenzo Bernini, nel ciclo di incontri sul genere organizzato dal collettivo Bicocca.
Questo incontro si intitola “Da Foucault al Queer” e noi abbiamo pensato di suggerire due testi di Judith Butler come letture preliminari, che parlano soprattutto di performatività e che speriamo possano essere utili:
Butler. Atti performativi e costituzione di genere
Butler. Dalla parodia alla politica
qui trovate tutte le informazioni sul ciclo di incontri e il 26 marzo ci trovate alle 15.30 in aula Pagani, edificio U7, Università Milano-Bicocca.