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Laboratorio lavorare, abitare
Il 21 novembre siamo state alla Libera Università delle Donne per intervenire nel “Laboratorio lavorare, abitare: elaborazioni comuni a partire dalle esperienze, messa fuoco delle prassi agite e di quelle necessarie” insieme ad Adrianna Nannici, Maria Luida Venuta e Sandra Burchi.
Il pomeriggio è stato molto intenso e qui potete trovare la registrazione degli interventi e del dibattito: www.lud-registrazioni.eu/
Il Laboratorio si proponeva di ragionare insieme su alcuni punti del lavorare, tema che continuamente si ripropone, e su cui la nostra elaborazione si è sviluppata, ampliata, approfondita in elaborazioni a partire dalle esperienze, vorremmo mettere a fuoco delle prassi agite e quelle necessarie
Dunque proviamo insieme a ragionare a partire da Lavorare e abitare:
- Tener conto dei cambiamenti che hanno coinvolto il “mondo del lavoro” negli ultimi dieci anni, porre particolare interesse allo sguardo con cui alcune donne vedono il lavoro di tutti/e
- Privilegiare un’attenzione non alle identità, ma alle prassi e alle pratiche che si mettono in atto sul lavoro.
- Ragionare intorno a quali possibili forme di solidarietà, iniziare un’ interrogazione approfondita sulle forme di mutualità esistenti, a come queste siano o non siano state attraversate dal femminismo, osservare da dentro le realtà (invenzioni e difficoltà) del mutualismo, o cooperazione che sia, e poi sul rapporto tra generazioni diverse, se in una comune condizione di precarietà si attivano delle alleanze e se no perchè.
- Interrogare e costruire un sapere sulla materialità del lavorare e sulle connessioni esistenti.
- Ad esempio l’abitare, a certe esperienze di co-abitazione in affitto, a quali risorse e possibilità liberino, e a proposito delle reti e delle relazioni come tessuto connettivo del vivere è evidente che i luoghi dove si abita, il vicinato, gli spazi condivisi, i costi delle abitazioni sono cruciali.
Alcuni concetti chiave per ragionare intorno alla questione lavoro: desiderio, reddito di cittadinanza, produzione/riproduzione/cura, frammentazione e quali, in una condizione di estrema mobilità e precarietà, possano essere dati costanti.
Sicuramente ne parleremo ancora!
(l’immagine è un’opera di Mona Hatoum, artista citata da Sandra Burchi nel suo intervento)