Archive for Maggio, 2024
Una risata (sull’aborto) li seppellirà!
Se la lotta è irriverente e ironica
L’aborto riguarda esclusivamente i nostri corpi di donne e persone con utero. Vogliamo ribadirlo in un momento in cui i nostri diritti continuano ad essere minacciati e minati.
Scegliamo di farlo in modo ironico e irriverente per sbriciolare quella mistica della femminilità e maternità che continuano a strumentalizzare.
La scelta di interrompere una gravidanza non è e non deve essere vincolata ad eventi traumatici (stupri, malattie….), ma all’autodeterminazione consapevole di coloro che scelgono cosa è meglio per la propria vita. Rivendicare questa scelta è un atto politico, e come ogni atto politico intendiamo rivendicarlo con forza e con gioia.
E se la gioia che accompagna la nostra forza è vista come leggera e frivola allora ci rivendichiamo anche la frivolezza!
Abbiamo scelto queste parole con cura, lo abbiamo fatto perché la retorica “dio, patria e famiglia”– perbenista e ipocrita –, nasconde molto altro. Vogliamo distruggere questa retorica e lo facciamo con una risata che ci faccia sentire tutte e tutt* dalla stessa parte contro questo Stato.
Opponiamo risate alla vergogna che in tutti i modi vogliono farci provare, creiamo sorellanza per condividere le nostre esperienze di scelta, qualsiasi esse siano. Riempiamo i muri della città rivendicando un nostro diritto e facendolo a modo nostro.
Perché è ancora necessario difendere La legge 194
La legge 194 del 22 maggio 1978, che ci permette l’accesso a un aborto libero sicuro e gratuito, è continuamente sotto attacco. Lo è da sempre e ancora di più da questo governo.
Recentemente lo Stato ha fatto passare nel PNRR ancora maggiori finanziamenti alle associazioni no-choice (che chiamiamo volutamente così perché non sono affatto pro-vita). Le associazioni cattoliche no-choice hanno da sempre lavorato in maniera più o meno visibile per occupare sempre più spazio negli ospedali come nelle scuole e ora, questo governo, intende dargli ancora più potere e soldi. Il mandato di queste associazioni è attaccare le donne e le persone con utero, non riconoscere e non rispettare la scelta di interruzione di gravidanza e lo fanno in ogni modo, definendoci assassine, o imponendoci di ascoltare il battito delle cellule cardiache che si stanno formando.
Per questo vogliamo “molto di più di 194”, vogliamo la garanzia e il rispetto dei nostri diritti e l’eliminazione dell’obiezione di coscienza che li mina. Sei un* ginecolog* e non vuoi fare aborti? Vai a fare dermatologia o cardiochirurgia o quello che ti pare, apriti un chiringuito a Forte dei Marmi, l’importante è che tu sia lontan* dalle nostre ovaie.
Vogliamo la fine dell’obiezione di coscienza perché ormai è una costante trovare ospedali che applicano l’obiezione di struttura.
Vogliamo “molto di più di 194” perché non è accettabile avere negli ospedali in cui andiamo per accedere a un diritto, delle associazioni cattoliche no-choice in uno stato che dovrebbe essere laico. Volessimo (e non vogliamo) incontrarvi andremmo in chiesa.
Vogliamo “molto di più di 194” perché l’aborto è anche un tema di classe. Se puoi pagare non ci sono problemi. Ma se vuoi accedere tramite Sistema Sanitario Nazionale trovi solo ostacoli.
Perché oggi sempre di più non vogliono farci accedere all’aborto?
La retorica utilizzata da questo governo svela, nemmeno troppo sommessamente, i reali interessi di uno Stato che grida all’allarme del calo demografico. L’Italia è uno dei Paesi più vecchi d’Europa (e quindi del mondo). Il problema di questo invecchiamento è interamente di natura economica: se 2/3 della popolazione è “vecchia” (per loro significa non più produttiva) il carico economico di sostenerla e di sostenere interamente le casse dello stato è di quel terzo “giovane” (per loro produttivo e sfruttabile).
Quello che desidera questo Stato , quindi, è nuova forza lavoro. Non c’è alcun interesse per la vita dell* cittadin*.
Questo scenario si completa con i tagli costanti all’istruzione pubblica, alla sanità pubblica, all’edilizia popolare, alle tutele sul lavoro, perché non vogliono solo nuova forza lavoro, ma la vogliono povera, ricattabile, poco istruita per sottopagarla e sfruttarla.
Questo è quello che offre questo Stato. Miseria e sfruttamento addolcito con qualche bonus una tantum.
E quale strumento migliore per spingere “la crescita demografica” se non quello di attaccare i nostri diritti e riproporre (e imporre) il modello riproduttivo imposto da sempre alle donne. Mandato che, nella loro ottica, dobbiamo accettare essendo anche liete di sacrificare tempo e fatica per un lavoro obbligato, gratuito e non riconosciuto. In uno Stato senza welfare, le donne che scelgono di avere figl* sono abbandonate e possono solo appoggiarsi a un welfare familistico costituito dalle persone anziane, le stesse di cui dopo (o nel mentre) dovranno occuparsi.
Questo è uno Stato che mira a colonizzare completamente i nostri corpi.
Uno Stato che cerca in tutti i modi di vietare l’aborto e renderlo non sicuro, perché non smetteremo di abortire se lo vorremo.
Per questo stiamo lottando. Per questo ridiamo in faccia alla loro strumentalizzazione della vergogna e del senso di colpa. Perché sui nostri corpi decidiamo noi.
“E che nel complesso l’umorismo e l’inventiva stanno piuttosto dalla nostra parte” V. Despentes – King Kong Theory
Link utili:
link a obiezione respinta, progetto di mappatura dal basso di farmacie, ospedali e consultori consigliati e non per l’accesso all’aborto libero, sicuro e gratuito: https://obiezionerespinta.info/