Siamo stanche. Nel corso del tempo abbiamo raccolto diverse e varie testimonianze di situazioni di violenza nei luoghi politici che abbiamo attraversato o attraversiamo. Testimonianze che hanno avuto esiti diversi, anche a partire dalle esigenze e le richieste dellu sopravviventi. Siamo grate a tuttu coloro che ci hanno interpellate, che ci hanno dato la loro fiducia e che hanno riconosciuto in Ambrosia uno spazio politico che potesse accogliere le loro parole e immaginare azioni comuni. Però non possiamo negare che ogni volta ascoltare voglia dire rimetterci in discussione, ritornare su ricordi e situazioni vissute, ritrovare la rabbia che continuiamo a provare. E per questo vogliamo usare tutta questa rabbia collettivamente, perché “se toccano una toccano tutte” significa anche farci carico di quanto anche noi ci sentiamo toccate.
- Come rendere uno spazio politico (fisico e non solo) sicuro per lu sopravvivente?
- Cosa fare e cosa NON fare per supportare la persona sopravvivente ascoltando le sue richieste?
- Come comportarsi (soggettivamente e collettivamente) con la persona maltrattante?
- Come assumere collettivamente la responsabilità del contesto culturale e politico in cui la violenza è maturata ed è stata agìta?
- Come costruire un percorso collettivo di riflessione e messa in discussione sul tema della violenza di genere?
- Tra le difficoltà maggiori che spesso incontriamo facendo questi percorsi c’è l’incapacità di riconoscere la violenza, soprattutto quando le persone e le situazioni coinvolte non corrispondono a delle persone o situazioni ideali.
Questo articolo é stato scritto in 22/07/2021, 10:19 ed é archiviato sotto Generale. Puoi seguire lo sviluppo della conversazione via RSS 2.0. I ping ed i commenti sono stati disattivati.